Mente e bici…

Molti mi domandano, parlando del mio ““a Londra ma …in bici” cosa serve per affrontare un viaggio lungo 3.000 chilometri in bici e in solitaria, si stupiscono quando rispondo che serve solamente….La mente.

Non c’è completino indispensabile, bici ultratecnologica, borse all’ultima moda che possano aiutare se non si ha la mente aperta e pronta a tutto.

È la nostra mente che ci fa fare cose a prima vista impossibili, sono i nostri pensieri che ci portano lontano (e ci riportano indietro), è il nostro cervello che ci permette di affrontare le avversità (che ci saranno sicuramente) in maniera ottimale.

In un lungo viaggio ci vuole equilibrio, quell’equilibrio interiore che ti permette di non abbatterti ma neppure di volare a tre metri sopra il cielo, nel momento in cui si raggiunge un obbiettivo parziale (sia la chiusura di una tappa difficile o il superamento di un monte).

E poi ci vuole la voglia di scoprire, di approcciare la gente con mente libera, di essere pronti a rimodulare il proprio viaggio momento per momento.

Ultima cosa non per questo meno importante ci vuole la capacità alla fine del viaggio di dire la parola…fine.

Le cose belle prima o dopo finiscono anche il nostro viaggio finirà, dovremo avere per questo la capacita di ritornare al solito tran tran quotidiano, con la voglia di organizzarsi nuovamente, ma con l’accettazione che prima di riuscire la bici dal garage un po’ di tempo dovrà pur passare.

Nulla di più e nulla di meno.

Domenico

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