La bella storia di BiciclettiAmo.

Oggi voglio presentarvi un mio amico social, Matteo Medugno, un ragazzo che grazie ad un associazione (AIAS di Milano Onlus) lavora nel mondo della bicicletta, ma lo fa cercando di innestare la sua passione con una funzione sociale, quella dell’aiuto dei ragazzi che vivono in condizioni di fragilità.

Matteo parlaci di te e della tua passione della bike

In realtà questa passione è radicata nelle mie origini. I genitori di mia madre erano di Lissone, un paese della Brianza famoso al mondo per i mobili, un paese piccolo in cui molti si spostavano solo in bicicletta. I miei nonni non avevano la patente né la macchina e andavano al mercato o in farmacia sempre in bicicletta…Io appena tornavano avevo il permesso di usare in cortile la bicicletta di mia nonna e mettevo le mollette con il cartone nei raggi…per simulare il rumore di una moto. Sono tra i ricordi più belli e vividi della mia infanzia.

Poi sono sempre stato un appassionato e uno smanettone pasticcione, ne ho più rotte che riparate da ragazzino, ora sto cercando di redimermi e rimediare…

Attualmente ho una bicicletta da corsa molto low budget che sfrutto al massimo, vorrei iniziare, tempo permettendo, con un po’ di mountain bike…

Come è nata l’idea di BiciclettiAMO?

La nostra associazione AIAS di Milano Onlus ha come Mission quella di occuparsi di disabilità e disagio a 360 gradi, occupandosi sia della riabilitazione sanitaria che del benessere e dell’inclusione sociale delle persone con disabilità in tutte le fasce d’età. Negli ultimi anni abbiamo sentito il bisogno di sperimentare progetti educativi in ambiti più informali e non solo strettamente istituzionali.

Ad oggi sono poche le realtà nelle quali i ragazzi con disabilità e disagi diversi possano esprimersi liberamente senza rientrare in schemi rigidi o troppo strutturati . Così è nata l’idea di  creare uno spazio  in cui  trasmettere una passione ai ragazzi e dare loro l’opportunità di imparare un mestiere, di essere e sentirsi utili, di imparare a lavorare in gruppi eterogenei, di ricevere un caloroso  “Grazie caro” oppure un dolce sorriso dalla vecchietta che passa a farsi cambiare la camera d’aria…

In occasione del primo Bilancio Partecipativo del 2017 del Comune di San Donato Milanese, ci siamo proposti con il progetto “biciclettiAMO”. Attraverso la votazione dei cittadini, abbiamo raccolto 712 voti che ci hanno consentito di utilizzare lo spazio messo a disposizione dal comune ed i relativi fondi.

E’ iniziato tutto così, con uno spazio da attrezzare e ripulire, tante idee e con quattro educatori, oltre a me anche Michele Spada, Michele Biella e Marco Baldacci che  tengo a ringraziare. Oltre a noi un gruppo di sei ragazzi che non vedevano l’ora di iniziare… il resto è venuto da sé, come se fosse una storia già scritta.”

E qui si innesta la funzione sociale del recupero con i ragazzi fragili, con l’apertura di una ciclofficina solidale. Perché proprio una officina per bici?

Come ti dicevo prima, ci stiamo rendendo conto sempre di più di quanto sia utile per i ragazzi, tutti i ragazzi, avere dei contesti di crescita e formazione che non siano solo la scuola e la famiglia, ma che siano più  informali e liberi. Per molti la scuola è una fatica, uno spazio troppo chiuso, troppo strutturato in cui a volte non riescono…Volevamo dare a queste persone un luogo dove poter  essere loro i protagonisti, quelli capaci, quelli a cui chiedere: “…scusa mi puoi aiutare?”

Si è scelto di utilizzare le biciclette perché sono un mezzo comune e conosciuto a tutti, apparentemente semplice ma basato su un sistema meccanico complesso. Il percorso verso la conoscenza di questo sistema passa attraverso l’imparare a lavorare assieme, gestire la frustrazione, sporcarsi le mani.

Non meno importante il poter aiutare a riflettere sulla sostenibilità di questo mezzo di trasporto creando così iniziative rivolte ai cittadini. La ciclofficina può così avere una funzione di volano per un cambiamento culturale. In questo modo si può incentivare l’utilizzo della bicicletta per gli spostamenti di tutti i giorni:  spesso molte persone non la utilizzano perché ha un piccolo guasto o ci sono da sistemare i freni. Ora ci siamo noi :  i ragazzi di biciclettiAMO ! loro possono risolvere questi problemi. A volte basta davvero poco a vincere la pigrizia e prendere la bicicletta al posto della macchina per spostarsi, ci piace pensare alla bicicletta come al mezzo di trasporto da privilegiare soprattutto per gli spostamenti urbani.

Per promuovere queste iniziative abbiamo anche aperto dei canali social, su Facebook (https://www.facebook.com/BiciclettiAMOSanDonato) e su Instagram (https://www.instagram.com/biciclettiamo/) in cui oltre alle nostre news ed iniziative pubblichiamo aforismi e pensieri, video divulgativi, iniziative di altre realtà che si occupano di biciclette.”

Quanti ragazzi seguite?

E’ strano ma non è una domanda semplice in realtà. Operiamo su due canali, il primo, più definito, costituito dai ragazzi del territorio inviati dai Servizi Sociali o da altre realtà in contatto con noi. In questo ambito abbiamo 6-7 ragazzi del centro di aggregazione con età tra i 13 e i 17 anni ai quali si aggiungono 2 ragazzi in messa alla prova di una comunità del territorio.

Il secondo canale è invece la libera adesione, ragazzi e giovani adulti che entrano liberamente negli orari di apertura, giovedì e sabato dalle 15 alle 18;  su di loro non abbiamo dati precisi ma qualcuno viene sempre.

Però per darti un rimando di un dato che mi lascia piacevolmente sorpreso, da gennaio a dicembre 2018 abbiamo ridato vita a circa 60 biciclette che ci sono state regalate perché rotte e che abbiamo rimesso in circolo, contribuendo, seppur in piccolo, a ridurre il numero di biciclette ingiustamente destinate a morire per strada o nei box. Un lavoro complesso ben oltre il semplice guasto, importante dal punto di vista economico …..il costo della riparazione in un’officina sarebbe stato ben superiore al loro valore di mercato.”

Com’è strutturata la ciclofficina?

La ciclofficina apre al pubblico il giovedì e il sabato dalle ore 15.00 alle ore 18.00 e la sua sede è in via Di Vittorio 48b a San Donato Milanese.

Chi viene può utilizzare gratuitamente tutti gli attrezzi che vuole per riparare la propria bicicletta e chiedere aiuto se non riesce,  se lo desidera può fermarsi poi ad aiutarci o aiutare altre persone.

L’obiettivo è quello di diffondere conoscenza, sullo striscione in entrata il nostro mantra: ”Guarda, impara, condividi”

Se si utilizzano dei pezzi di ricambio nuovi, cosa che cerchiamo di evitare se non strettamente necessario, chiediamo il rimborso per il solo costo del pezzo di ricambio normalmente molto esiguo in quanto li compriamo all’ingrosso..

Non è quasi mai necessario ricorrere a ricambi nuovi, se possibile li prendiamo dalle biciclette che ci vengono donate.

Chi vuole può aggiungersi come volontario, al momento abbiamo due ragazzi che ci aiutano come volontari e che si divertono molto con noi a sporcarsi le mani.”

Avete già idea di come questo progetto si evolverà?

Guarda abbiamo tantissime idee in cantiere, sicuramente una delle nostre priorità sono la ricerca e la formazione di volontari, la raccolta di donazioni di tutti i tipi, la promozione di un cambiamento culturale sul territorio…sulle modalità stiamo ragionando e siamo apertissimi a suggerimenti. Chi ci volesse contattare può scrivere a medugno@aiasmilano.it .”

Qualcuno vi ha aiutato o sta continuando a farlo?

“Decisamente sì, Il Comune di San Donato che ci ha dato lo spazio e il finanziamento iniziale, il Cag di via Parri, Recsando e Bicipolitana ma solo per citarne alcuni…si è mosso davvero tutto il territorio quando abbiamo aperto e tutt’ora riceviamo supporto e solidarietà… Siamo stati anche intervistati da Radio Popolare nel programma “Cosa ne bici?”

Tutti ci stanno aiutando, da chi passa e lascia una bicicletta o un vecchio cacciavite a chi ci sta sostenendo online su Rete del Dono…anche alcuni fornitori ci hanno aiutando consentendoci di avere accesso ai pezzi di ricambio a prezzi fortemente scontati… sui social abbiamo molto sostegno e molti ci hanno contattato per aiutarci e fornirci  idee e suggerimenti.

Non saprei davvero che parole trovare per ringraziare tutti!””

Un’ultima domanda ma forse la più seria. In questo momento storico vale la pena ancora di …fare del sociale aiutando gli altri?

Ti rispondo con una piccola provocazione facendo a mia volta una domanda: “Quando facciamo sociale chi stiamo aiutando?”… tante potrebbero essere le risposte e i punti di vista e non credo ci sia una risposta assoluta, quello di cui però sono convinto, e parlo solo a titolo personale in questo caso, è che il sociale e la società siamo noi, sono io, sei tu e  la signora del quarto piano.

So che  non ho risposto…ma vorrei rilanciare… secondo chi leggerà questo articolo vale la pena? E se sì come? “

Ulteriori informazione su Facebook alla pagina BiciclettiAMO o su internet all’indirizzo

Che dirti Matteo queste sono belle storie, le storie che mi rendono orgoglioso dell’Italia e del collante che nel nostro paese è rappresentato, a volte, dalla….bicicletta.

Domenico

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