Cefalu’ in…bici

L’esordio di quello che vuole essere un apputamento ripetitivo, appuntamento che spero mi/ci vedrà visitare gli incantevoli posti della nostra Sicilia, è iniziato sabato 6 Giugno (nel mio anniversario della partenza verso Londra). Questa volta insieme ad un amico, anch’egli cicloviaggiatore e con molta più esperienza di me, Dario Emmi.

6 giugno (sabato)

Partiti da Spadafora di mattina presto abbiamo preso la SS113 verso Milazzo. Il cielo non era dei migliori, visto le previsioni di pioggia, e soprattutto vi era un insistente vento di Maestrale, vento che come sempre succede era proprio davanti a noi.

I primi chilometri come sempre avviene sono stati di acclimatizzazione. Era dall’anno scorso che non viaggiavo con le borse e la sensazione era quella di partire per una nuova aventura, cosa che avviene sempre all’inizio di un viaggio in bici, anche se questo dura solamente 48 ore.

Prima sosta in un paesino dopo Milazzo. Qui una granita ci stava proprio allo scopo di iniziare a reintegrare ciò che stavamo spendendo pedalando. Finito il break iniziamo nuovamente a pedalare, questa volta l’obiettivo è quello di superare il primo scoglio di giornata: la salita del Tindari.

Attacchiamo la salita con costanza soprattutto anche perchè l’orografia del territorio ci mette a riparo del vento di Maestrale che continua imperterrito a soffiare. Fatichiamo tanto ma non tantissimo e alla fine guadagnamo la località “locanda”, luogo simbolo per gli amanti della bici visto che da li parte la diramazione per il Santuario vero e proprio.

Attacchiamo la discesa verso Patti. Il mare azzurro che si staglia all’orizzonte ha un colore bellissimo, dopo la fatica della salita guardarlo con il vento in faccia e la bici che va giù da sola fornisce un piacere indicibile.

Ma il peggio il vento lo fornisce nella galleria di Capo Calavà. Di fatto all’ingresso troviamo un “muro di vento” che ci blocca e quasi ci costringe a mettere i piedi a terra. La galleria è brevissima ma sembra una rampa al 13%, fatichiamo per guadagnare l’uscita ma alla fine riusciamo a vedere …la luce.

I chilometri si accumulano e sempre con il vento che ci tartassa arriviamo nelle vicinanze di Capo D’orlando. L’ingresso nella cittadina è salutato dagli schizzi di acqua di mare, visto che i marosi si infrangono direttamente sul muro di contenimento della strada. Più che fastidio provo piacere puro di essere dentro un’aventura, è una sensazione strana ma che possono capire solamente i cicloturisti.

Sosta pranzo in un ristorante che non ha ben chiaro il concetto della parola “abbondante” e pausa caffè proprio in riva al mare. Cosa volere di più dalla vita?

Ed eccoci nuovamente in sella, il vento un pò calato ci permette un andatura più agevole e meno faticosa. Alla fine i paesi scorrono veloci, Sant’Agata, Caronia, Santo Stefano di Camastra, Tusa, Finale e finalmente Cefalù.

Stanchi ma felici ci guadagnamo la nostra ricompensa, una bella birra ghiacciata ai piedi del magnifico duomo, una doccia calda e una cena rilassante. (Anche qui però il conceto di “abbondante” è lungi dall’essere quello esatto)

7 Giugno

Si parte dopo una bella dormita e una colazione nella terrazzina del B&B, colazione che oltre a ritemprarci con il mangiare ci delizia per il bellissimo panorama.

L’uscita da Cefalù è più tranquilla, il vento è calato, la temperatura si è alzata e le bici scorrono fluide sull’asfalto. Complice la bella giornata festiva per strada troviamo molti motociclisti impegnati nella classica gita fuori porta, camminano in gruppi e anch’essi si divertono.

Ci sono anche molti ciclisti, molti salutano e la nostra risposta non manca mai. Facciamo la strada a ritroso rispetto al giorno precedente, ma la mancanza di vento ci fa apprezzare ancor di più il panorama magnifico che si presenta ai nostri occhi.

Il litorale è bellissimo. Il mare è di un colore verde smeraldo retaggio del cattivo tempo del giorno precedente. Notiamo alcuni bagnanti che si godono forse il primo bagno della stagione, e soprattutto pensiamo a quante potenzialità ha la nostra bellissima terra.

Caffe con vista isole Eolie e pranzo ad Aquedolci, questa volta la proprietaria di un locale (che di fatto è una macelleria ma fà anche cibo d’asporto) capisce cosa significa “abbondante” , visto che il piatto di pasta a forno che ci porta soddisfa appieno il nostro bisogno di “carburante”.

Si riparte dopo pranzo con un’energia nuova e i chilometri passano veloci, cosi come passano veloci le tanti torri di avvistamento che si ergono sul mare, ricordo di quando i siciliani si difendevano dagli invasori.

Si alza un venticello leggero, sempre contrario, e anche questa volta la galleria di Calavà si dimostra una fatica maggiore di quella prevista. Ma ormai la testa è alla salita del Tindari. Dal lato Palermo la salita è più fluida ma la stanchezza si fa sentire e non nascondo che ho fatto un pò di fatica per guadagnare la cima.

Ci gettiamo giù per la discesa e poi di fatto ritorniamo sulle “nostre strade”. Qui conosciamo quasi ogni buco dell’asfalto e in più sentiamo l’aria di casa, quell’aria che ti dice che anche quest’ennesimo viaggietto sta giungendo al termine.

Arriviamo a casa stanchi ma soddisfatti, oltre 300 chilometri in una due giorni che ci lascerà sicuramente un bellissimo ricordo e la sicurezza che di questi fine settimana ce ne saranno altri (il prossimo a Luglio).

Dati Strava

6 Giugno: Km 164.32, dislivello 1253 mt, tempo 10 h 11 m

7 Giugno: Km 159.42, dislivello 1286, tempo 9h 46 m

Domenico

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