Michele Scarponi, cosa rimane?

Michele Scarponi era un ciclista professionista, grande amico di Vincenzo Nibali, correva ad alti livelli. Come molti ciclisti professionisti si allenava sulle provinciali del suo paese. Non era un esagitato e sapeva come camminare per strada ma nonostante questo è stato investito ed ucciso.

La sua tragica morte è diventata il simbolo della mancanza attenzione ai ciclisti, gente a volte bistrattata che rischia la vita per inseguire un sogno o anche solamente per coltivare una passione, quella per la bici.

Il livello di attenzione per i ciclisti negli ultimi anni si è sicuramente alzato, ma non basta. Servono più infrastrutture sicure (leggasi strade o piste ciclabili), serve più rispetto civico (leggasi educazione stradale), serve più rispetto per gli altri (leggasi educazione civica).

Non serve come giustificazione additare i ciclisti che colpevolmente camminano in gruppo come se fossero al giro d’Italia. Per un pugno di gente ignorante ci sono centinaia di migliaia di persone che usano la bici per passione, per rispettare l’ambiente, per comodità o necessità.

Cosa è rimasto di Michele? E’ rimasto il suo ricordo ma anche l’impegno che la famiglia mette per un ciclismo più sicuro, famiglia che ci mette anche la faccia tramite la fondazione Michele Scarponi , una Onlus che persegue finalità di solidarietà sociale.

Tutti possiamo fare qualcosa e allora….impegnamoci a farlo.

Domenico

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