Le discussioni di due blogger viaggianti

“Vi propongo una doppia intervista uscita da una bella chiacchierata con un viaggiatrice, Benedetta, innamorata dei viaggi proprio come me. Benedetta è una blogger itinerante, bellissimo il suo sito, un luogo virtuale che parla di viaggi, colori, atmosfere, visitatelo ne vale la pena. (https://viaggimperfetti.com/)

A farci conoscere ci ha pensato un pupo. I Pupi di Salvo Currò, artista siciliano e creatore di colorati e vivaci paladini della tradizione siciliana che, grazie all’iniziativa Il Paladino nel mondo, viaggiano inarrestabili raccontando la Sicilia.

Un paladino è finito nella mia valigia diretta ad Hanoi, un altro è già pronto a partire nel prossimo viaggio di Domenico Romano.

Ma chi è Domenico Romano? Cinquanta anni, innamorato del mondo e malato di bici, ha deciso di mettere assieme le sue due passioni e raccontarsi nel blog Domenicoromano.it, un blog per tanti versi simile a quello che state leggendo che però si muove su “due ruote”.

Prossima avventura già in calendario A Londra…ma in bici. Duemilasettecento chilometri dalla Sicilia alla Gran Bretagna pedalando, quattro nazioni da attraversare e un obiettivo importante: far conoscere la cultura del volontariato e le tre realtà associative che operano sul territorio che Domenico conosce bene. La Confraternita di Misericordia di Spadafora, la Onlus Fabrizio Ripa di Villafranca Tirrena e l’Admo di Milazzo lo accompagneranno idealmente e con quanto raccolto si proverà ad acquistare un’ambulanza per Spadafora, la sua città.

Con Domenico ci siamo subito “intesi”. Entrambi abbiamo creato un blog, ci piace viaggiare e raccontare i nostri viaggi. Certo, Domenico viaggia in bici e io non so starci sopra neanche da ferma, pensa ad imprese come quella che lo aspetta a breve in solitaria per le quali io lo guardo con rispetto e un pizzico di timore (“Sarà un pò matto?” – mi chiedo), ma c’è una cosa che ci accomuna tanto: siamo imperfetti e felici di esserlo e il viaggio ci piace per imparare, divertirci, ridere, crescere e continuare a sorridere delle nostre imperfezioni.

  • Domenico, pronto a partire? Mancano poche settimane.

” Pronto? Stai scherzando? Se si vuole partire pronti non si sarà mai pronti. Per fortuna viaggio leggero e la bici e l’attrezzatura necessaria è in ordine. Non mi dire che vuoi venire con me?”

  •  A fare che? La zavorra?

Ma dai, davvero. Non ti piace andare in bici?”.

  • Come ai gatti piace l’acqua! Sono imbranata e instabile su qualsiasi mezzo a due ruote. Però potrei pensare ad un viaggio simile a piedi. Un viaggio slow, quello sì, lo potrei fare.

Prima cosa in comune, l’abbiamo trovata! La voglia di andare e se è un andare slow, tanto meglio. Tempi lunghi, la libertà di fermarsi, la possibilità di osservare…senza quella frenesia che di solito prende i viaggiatori che chiamo <perfetti>, quelli che hanno tutto organizzato un po’ come in quel film comico (di cui non mi ricordo il nome).

  • La seconda cosa in comune te la dico io. Dimmi se sbaglio: l’amore per la nostra terra, la Sicilia. In bici, a piedi o come ti pare. Una Sicilia dalla bellezza infinita, non credi? Quali sono le zone della Sicilia che ti piacciono di più?

“Credo che la Sicilia sia tutta bella, abbiamo la fortuna di vivere in un’isola in cui c’è di tutto, dal mare alla montagna, dalla neve dell’Etna alla Scala dei Turchi. Abbiamo storia, cultura, tradizione e cosa che non guasta buona cucina. La domanda però è se sappiamo valorizzarla. Non è un problema di politica ma di noi siciliani, vedo troppo attendismo, un qualcosa che odio profondamente. Per tornare alla domanda prediligo i piccoli paesini, borghi come Montalbano o Castelbuono, Geraci Siculo o Savoca, posti in cui il tempo pare essersi fermato e non è raro per me che sono un <chiacchierone seriale> trovare il vecchietto che ancora ti racconta del periodo della Grande Guerra. Tu invece cosa prediligi della nostra isola?

Le persone che non attendono ma concretamente fanno. Ne ho conosciute tante nel mio girovagare in Sicilia. Ho appena avuto modo di chiacchierare a lungo con Fabrizio Fazio, un artigiano di Gangi, l’artigiano del tamburo. I suoi tamburi e le sue tammorre vanno in giro per il mondo rendendoci orgogliosi, la sua bottega è aperta ai viaggiatori che vogliono scoprire le Madonie. Ci sono tante persone che coltivano passioni e saperi, magari nel tempo libero. Se ci pensi anche noi due lo facciamo. Per passione, per amore. Penso sia questo il motore di tutto. Quello che ti fa salire in sella e ti fa fare quasi tremila chilometri. E a proposito di grandi avventure, qual è il viaggio che non scorderai più in giro per il mondo?

“Molti dicono quello che si deve ancora fare, io non sono così scontato e ti dico la mia prima volta a Londra. Era da molto che non viaggiavo e tornarci con mia moglie mi ha lanciato nel futuro. I popoli nordici in generale e Londra in particolare sono avanti anni luce rispetto a noi. Cultura, civiltà, rispetto sono parole all’ordine del giorno. Personalmente mi hanno impressionato moltissimo. “Purtroppo” (ahahahaha) ci si è trasferito mio figlio e mi tocca andarci due/tre volte l’anno. D’altronde Londra sarebbe perfetta per noi “imperfetti”, tu ci sei mai stata?

  • Poverino, che sfortuna, due-tre volte all’anno a Londra! Il mio primo viaggio all’estero…avevo 11 anni quando ci sono andata. Quanti ricordi. Ci son tornata parecchi, troppi anni dopo e ho avuto la tua stessa impressione: mi ci sarei tuffata dentro e goduta musei, iniziative, eventi, fiere internazionali. Era davvero super ai miei occhi. Oggi qualcosa è cambiato però Domenico: ci vive mio fratello e ultimamente ne ho scoperto i ritmi frenetici, l’impersonalità e il cinismo. Preferisco godermela da turista, non ci potrei vivere, non credo. E poi sto invecchiando Domenico! Non so stare senza sole e profumo di mare!

Ma torniamo a te che sono curiosa. Piccole manie o portafortuna in viaggio?

“Sono una persona superstiziosa ma non ho riti propiziatori, cerco di vivere con la libertà del viaggiatore curioso, un viaggiatore a cui piace calarsi nella civiltà e nelle abitudini dei luoghi che visita…Ma perché mi fai questa domanda? Tu sei superstiziosa e parti con vari portafortuna al collo? – Domenico se la ride sotto i baffi…e la barba.

  •   Caschi male. Zero amuleti, zero portafortuna. Forse però un po’ scaramantica lo sono. Non mi piace raccontare dove sto andando. Preferisco tenermelo per me e finché non parto ho sempre paura che mi salti il viaggio.

            Il viaggio che farai a breve non è esattamente un viaggio all’insegna della comodità. Sei un tipo che si adatta?

“La tua domanda contiene implicitamente la risposta, non posso non adattarmi in un viaggio del genere, pochi bagagli ma molti punti interrogativi. Il peso vincola ciò che mi devo portare, la lunghezza del percorso porterà con sé sicuramente imprevisti, non è che abbia molta scelta in questo caso, mi dovrò ingegnare per superarli. Tu invece sei una tipa da baule o zaino, insomma parti anche con il vestito da sera o metti solo un paio di scarpe da ginnastica?”

  • Tacco 12 e outfit da vera influencer. Mi ci vedi? Direi proprio di no, io non mi ci vedo e quando parto porto con me solo l’indispensabile. Se possibile roba comoda e vecchia. Hai capito bene: metto da parte abiti e biancheria più vecchiotta e la lascio in giro per il mondo liberando spazio in valigia. Mi chiedo invece cosa è davvero indispensabile in un viaggio come il tuo alla conquista di Londra. Cosa suggeriresti di portare a chi vuole intraprendere un viaggio così?

 “E’ il peso che mi limiterà, perciò eliminerò il superfluo, sicuramente ci sarà una go pro (regalo della mia famiglia) un lettore musicale, un telefono che mi consenta di interagire sui social, un localizzatore per permettere a tutti di seguirmi in real time e poco altro, a parte il completini e qualche vestito <civile>. Non sono molto propenso a catalogare le cose come indispensabili d’altronde il mio motto è <se non l’ho messo in valigia non serve>.

  • Te lo rubo. E’ perfetto anche per me! Che poi se ci pensi vale anche nella vita…Mi hai detto che ti sei preso un mese per questa avventura e tutte le ferie arretrate. Raggiungerai tuo figlio che vive e lavora a Londra. Hai aggiunto che vuoi mettere alla prova te stesso. Cinquanta anni, una vita piena, una famiglia, un lavoro. Mi sa che abbiamo trovato un’altra cosa in comune…non siamo ragazzini. Io ho 42 anni (quasi), tu 50 (quasi). Non credi che il viaggio lo si vive in modo diverso?

“Sicuramente sì, con l’età variano le prospettive, personalmente gli anni che passano mi hanno portato a cercare meno divertimenti ma a tentare di capire di più come vivono quelli che noi chiamiamo “gli altri”. Si diventa più introspettivi, si cercano di più le sensazioni, le emozioni, non è importante da dove esse arrivano (può essere un paesaggio, un quadro, un odore). Si è più portati a interagire di più con le persone che incontri, quasi come a carpirne i segreti. Insomma un qualcosa di totalmente diverso. Condividi o pensi che siano baggianate?”

  •  Pienamente. Cambiano proprio le priorità. I ricordi più belli sono legati all’incontro, alla scoperta. Poi sono una curiosona, mi piace attaccare bottone…

“L’interazione di un viaggio credo che sia una parte importante del viaggio, è il sentirsi vicini agli abitanti dei luoghi che si visitano che porta il valore aggiunto, che ti permette di <entrare> nel paese e non di <visitarlo> solamente. Credo che gli incontri siano sempre parte integrante, anche gli incontri che a prima vista sono superficiali.

  • Ho visto delle belle interviste sul tuo blog…si vede che ti piace conoscere il punto di vista degli altri…

“E’ vero, ce ne sono molte e presto ci sarà anche la prima <doppia intervista!> Questa volta ridiamo insieme…”. Domenico mi guarda e fa: “Ma tu dici che si tratta di una buona idea?”

  • E che ti frega? – gli rispondo. Tanto più matti e sgangherati di così!

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