Il cicloturismo e la solidarietà

Era partito da Calice Ligure in provincia di Savona alla fine del mese scorso e qualche giorno fa è arrivato a Noto. Ha attraversato tutto il nostro bellissimo paese con un solo intento: acquistare una carrozzina a un bimbo di tre anni affetto da atrofia muscolare spinale. Obiettivo ampiamente raggiunto tramite le centinaia di donazioni ricevute online.

Il benefattore si chiama Filippo Richeri ed ha unito la sua passione per il cicloturismo con la voglia di aiutare la famiglia di Guido, uno sfortunato bambino a cui è stata diagnosticata la SMA. Il bimbo necessita di una carrozzina speciale e Richeri non ci pensa due volte, organizza le sue tappe come se fosse il solito viaggio estivo, lancia una campagna sui social e si mette in sella, sfruttando la sua passione per il cicloturismo, un nuovo modo di viaggiare alla quale si stanno appassionando milioni di italiani.

Il cicloturismo: un fenomeno in netta crescita.

L’estate del 2020, quella per intenderci della pandemia, sta evidenziando, inaffti, un nuovo modo di viaggiare, un modo che lascia la massima libertà di organizzazione e utilizza un mezzo a cui tutti siamo legati fin dalla più tenera età: la bicicletta.

Sono migliaia, infatti, coloro alla fine del lockdown hanno attrezzato il proprio mezzo a due ruote, lanciandosi alla riscoperta del nostro bellissimo paese, percorrendo ciclabili, strade sterrate, carrabili poco affollate, con un unico obiettivo, conoscere posti nuovi e divertirsi.

Tecnicamente questo modo di viaggiare è conosciuto come cicloturismo, una modalità di viaggio denotata da una spiccata sensibilità ambientale e praticata da uomini e donne di tutte le età.

Una bici, la giusta forma mentale e la voglia di aiutare viaggiando.

La fortuna del cicloturismo dipende in parte anche dalla poca attrezzatura che abbisogna prima di intraprendere il proprio viaggio. Di fatto l’unica cosa che serve veramente è la bicicletta, non importa se essa sia di ultima generazione, o se sia stata acquistata con il “Bonus bici”, importa solamente che abbia due ruote, una catena e due freni.

Non è infatti in questo caso il mezzo che fa la fortuna del viaggio, ma la “forma mentis” del viaggiatore, egli deve essere curioso di conoscenza, pronto alla fatica e con la mentalità giusta per poter fronteggiare gli imprevisti che inevitabilmente ci saranno.

Per le strade italiane da qualche anno a questa parte è un proliferare di cicloturisti, alcuni con le bici più strane. Essi si trovano ovunque e spesso hanno stampato in faccia un sorriso contagioso, questo a dispetto della fatica che alcuni di essi si ritrovano ad affrontare.

Quando poi alla voglia di viaggiare si unisce anche la solidarietà tutto è più semplice. Il caso di Filippo è emblematico, il biker ha messo di suo la fatica delle pedalata, ma migliaia di persone hanno permesso non solo l’acquisto della carrozzella per Guido ma anche la prosecuzione delle sue cure per gli anni a venire. L’obiettivo è stato infatti ampiamente superato con le donazioni che sono arrivate ad oltre 50.000 euro.

Un movimento dai numeri importanti.

I viaggi in bici riscuotono cosi tanto successo che molti sono gli studi che analizzano la tendenza. Nell’ultimo Bike summit 2019 gli esperti hanno evidenziato che sono oltre 6 milioni le persone che nel 2018, utilizzando la bicicletta, hanno trascorso più di una notte fuori da casa.

La crescita è in aumento e le stime per l’estate in corso lasciano ben sperare, molti sono coloro che in questo periodo di pandemia non ancora alle spalle, scelgono la bicicletta come mezzo di trasporto, essi lo fanno per non rischiare il contagio ma anche per ritrovare se stessi, a volte anche per aiutare il prossimo e allora perché non provare a partire?

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