Napoli una città da scoprire…e da rivedere!!!
Come molti di voi sanno insieme ad Angela, ho fatto qualche giorno a Napoli.
Siamo partiti come al solito con la mente libera. Eravamo sicuri che questa grande metropoli campana ci avrebbe fatto stare bene, e siamo tornati con la sicurezza di averci visto giusto.
Abbiamo deciso di raggiungere la città con il treno. La nostra scelta è stata motivata dal fatto che non avevamo intenzioni di “esaurirci” alla guida e che soprattutto i collegamenti ferroviari sono tutto sommati comodi, soprattutto per quanto concerne gli orari.
I°Giorno (5 Giugno 2023)
La partenza è avvenuta direttamente da Spadafora un pò prima delle sette del mattino. Da Spadafora abbiamo raggiunto con un regionale Messina e successivamente Villa, in coincidenza c’era un intercity che ci ha fatto arrivare qualche minuto dopo le 13.00 a Napoli Centrale. Da sottolineare che siamo arrivati in perfetto orario, cosa non scontata fino a qualche anno fà, prezzo del biglietto poco meno di 60 euro a testa.
Abbiamo dormito in un albergo nei pressi della stazione, il Napolitan Pop House, la struttura è ubicata vicino Porta Nolana (zona sicuramente non bellissima per la vicinanza con la stazione), la sistemazione ci ha soddisfatto appieno. La struttura è nuova, ben curata e con l’attenzione per i dettagli.
Nonostante qualche piccolo problema (è saltata due volte la corrente per sovraccarico) abbiamo apprezzato sia il fatto che la proprietaria si è adoperata per risolvere il disagio, sia che a mo di scuse, alla partenza, ci ha offerto i dolci classici della cultura napoletana (le sfogliatelle), di fatto nulla ci doveva ma la sua gentilezza ci ha impressionato, rifacendosi di fatto alla cultura napoletana, in cui la generosità è sempre presente.
Appena arrivati, complice anche l’ora di pranzo, non ci siamo fatti mancare una bella pizza margherita seguita da una pizza fritta, entrambe buone anche se acquistate in un semplice chiosco. Non solo siamo rimasti impressionati dalla bontà del cibo ma anche dal prezzo, stante che insieme ad acqua caffe e dolce le due pizze ci sono costate poco meno di 20 euro.
Finito di strafogarci ci siamo diretti per un giro conoscitivo della città. Immediatamente ci ha colpito non solo la gioiosità dei napoletani, sempre pronti a darci indicazioni, ma non indicazioni normali ma “indicazioni teatrali” (il mio pensiero è che molti napoletani dovevano fare gli attori, e non per niente ce ne sono tantissimi di attori napoletani bravissimi) ma anche la bellezza della città.
I nostri occhi erano infatti rapiti da bellissimi palazzi, chiese spettacolari e scorci incantevoli. Ma Napoli non è solo bellezza architettoniche, la città offre anche tante curiosità.
Una di queste è stata la nostra prima visita: L’ospedale delle bambole. Di fatto si tratta di un luogo dove da generazioni si riparano bambole e pupi siciliani. All’interno ci sono centinaia di occhi, gambe, braccia, tutte di bambole e bambolotti. Girando per quello che di fatto è un museo del giocattolo antico, si può ammirare come le bambole entrano al “pronto soccorso” e successivamente vengono smistate in “sala operatoria, qui vengono sistemate e riconsegnate al proprietario/a. Nella visita (a pagamento al costo di 3 euro a persona) è compreso un piccolo video che spiega il perché della nascita di questo curioso ospedale.
Sempre il primo giorno abbiamo visitato gratuitamente il duomo, la chiesa più rappresentativa della città, dedicata a San Gennaro. All’interno si può ammirare la cappella del Santo, le sue reliquie e in una parte a pagamento il suo tesoro. L’impressione della chiesa è stupefacente perché non solo è immensa ma è anche bellissima, particolare che la rende ancora più interessante la sua “anzianità”, visto che fu consacrata nel 1314.
Quasi sotto l’altare è presente inoltre un altra parte della chiesa, essa chiamata la cripta o meglio la cappella del Succorpo contiene le reliquie di San Gennaro. La visita del Duomo è veramente interessante non solamente perché la chiesa è veramente bella, ma anche perché al suo interno sono racchiuse delle opere d’arte di grande fattura, cosa che stupisce ancor di più la maestosità della costruzione e il pensiero che una chiesa di cosi infinità bellezza sopravvive “solo” dal 1300.
Finito il giro al Duomo, anche se stanchi ci siamo diretti verso il quartiere di san Gregorio Armeno, il quartiere famoso nel mondo per la creazione non solo di bellissimi presepi artigianali ma anche delle statuine che raffigurano i personaggi più potenti a mondo. La passeggiata all’interno del quartiere è stata quasi surreale, da una parte il simbolo della nascita di Cristo, dall’altra le statuine di personaggi che a volte di sacro nulla avevano (vedi la statuina di Trump o l’immancabile statuina di Maradona), il tutto condito da un impressionante presenza di simboli “scaccia malocchio” (i corni rossi battevano tutti per quantità e fattezze) e incorniciati da un impressionante quantità di bandiere del Napoli (giova ricordare che il giorno prima del nostro arrivo si era tenuta la festa per il terzo scudetto del Napoli).
Finito il giro ce ne siamo tornati in albergo stanchi, non prima però di farci un aperitivo che qui assomiglia più ad una cena.
II° Giorno (6 Giugno 2023)
Ci svegliamo con tranquillità e nonostante sotto l’albergo ci sia il mercatino di porta Nolana, apprezziamo il fatto che l’albergo è ottimamente insonorizzato. Sotto il Napolitan Pop House c’e’ un bar e ci fondiamo a fare colazione. Dall’albergo avevamo visto una grande cupola, segno che ci doveva essere una grande chiesa, e chiediamo al cameriere, il ragazzo ci indica la strada e ci avverte però che quella che ci accingiamo a visitare è una chiesa “un po’ cosi”, lasciando intendere che essa non sia bellissima.
Testardi come siamo decidiamo comunque di andare a dare un occhiata e invece di una chiesa “cosi” troviamo una struttura grandiosa e sfarzosa che scopriamo essere la basilica della Santissima Annunziata Maggiore, entrando rimaniamo stupefatti ancora una volta non solo della maestosità del luogo ma anche dalla bellezza degli affreschi che la adornano. Vaghiamo per una decina di minuti all’interno della basilica (il cui ingresso è gratuito) e poi una volta usciti andiamo a fare i biglietti giornalieri per la metropolitana (costo 4.20 per corse illimitate nel giorno della vidimazione).
Saliamo in metro e ci dirigiamo alla stazione Toledo, una delle stazioni più belle d’Europa. Effettivamente la stazione è bella anche se noi, forse a causa di averne sentito parlare spesso e volentieri, rimaniamo un pò delusi. Ci sono sicuramente stazioni più belle in Europa e anche se Toledo non sfigura, secondo noi non è sicuramente la più bella d’Europa.
Usciti dalla metro incontriamo una delle vie più conosciute di Napoli, Via Toledo. L’arteria è piena di negozi e folla, passeggiarci in mezzo fa sentire appieno quella “napoletanità” che è parte integrante del piacere della nostra visita. Ci godiamo la confusione e complice anche il fatto che la via di fatto rappresenta il confine dei quartieri (un’altra attrazione cittadina) ci perdiamo a guardare le viuzze imbandierate all’inverosimile. Passo dopo passo arriviamo all’ingresso della Galleria Umberto, un altro luogo iconico della capitale campana.
La galleria è molto simile a quella di Milano, sarà per la caciara gioiosa napoletana invece dell’asettico silenzio milanese, per il sole a posto della nebbia, o per il nostro stato d’animo ma a noi questa sembra molto più bella di quella meneghina. Rito vuole che i visitatori della galleria cercano il proprio segno zodiacale, (i 12 segni sono raffigurati proprio al centro della galleria sotto la grande cupola) e anche noi non ci esimiamo dal fare una foto sotto i nostri segni.
Dalla galleria raggiungiamo il teatro san Carlo prenotiamo la visita (costo 9 euro cadauno) nel frattempo facciamo un salto nella vicina piazza Plebiscito. Non riusciamo ad ammirare la piazza nella sua bellezza perché essa è interamente transennata, in mezzo alla piazza risaltano due grandi maxischermi e due immense gradinate utilizzate per la festa scudetto. Gli operai piano piano stanno smontando il tutto e quindi ci ripromettiamo di tornarci nei giorni seguenti.
Perdiamo un po’ di tempo ed ecco che arriva l’ora della visita al teatro San Carlo, ci raggruppano visto che avremo il piacere di essere seguiti da una guida (compresa nel prezzo del biglietto) e facciamo ingresso in questo gioiellino che è il più antico teatro d’opera ancora in attività.
L’ingresso ci lascia senza fiato, il colore dominante è il rosso delle poltrone e del palcoscenico e l’oro dei candelabri e degli addobbi. Le poltrone che sembrano poche sono 580. I palchi che sembrano altrettanti pochi sono centinaia, il palco reale visto dalla sala è immenso, pensare poi che la struttura sia stata costruita nei primi anni del 1700 rende tutto più affascinante.
La guida ci spiega di come il teatro sia stato distrutto più volte da diversi eventi e sempre ricostruito con l’obiettivo di renderlo sempre più bello. L’acustica perfetta è stata oggetto di studio, non per nulla la forma del San Carlo è stata presa come riferimento anche per la costruzione della Scala di Milano, con il maggior teatro milanese costruito 41 anni dopo quello napoletano.
Un giro per i palchi ci ha permesso di ammirare nella sua interezza la bellezza di questo gioiello architettonico (che giova ricordare è patrimonio UNESCO), e di conoscere anche qualche curiosità, come quella che vede la mancanza del palco nr. 17, a suo posto infatti il 16 Bis, o ancora del perché ogni palchetto ha uno specchio inclinato (i nobili dovevano guardare il Re e non applaudire mai prima di lui).
Terminata la visita del San Carlo con negli occhi ancora la sua folgorante bellezza ci mangiamo un bel coppo fritto (6 euro a testa) e ritorniamo a passeggiare per le vie della città dirigendoci all’interno dei quartieri spagnoli.
Entriamo per questo in quelli che erano gli antichi acquartieramenti dei soldati spagnoli. Negli anni passati i “quartieri” erano una delle zone più malfamate dell’intera cittadina, al giorno d’oggi la criminalità ha lasciato invece il posto al folclore e alla gioiosa vita del popolo napoletano.
Passeggiando si gode appieno di ciò che è l’essenza di Napoli, il vociare allegro delle persone, le miriade di negozietti, i panni stesi dalle finestre o dei balconi vicinissimi uno all’altro, le immancabili immagini di Maradona e più in generale dii tutti i calciatori che hanno fatto la storia del Napoli calcio, le tante trattorie, le bancarelle che ormai a posto delle sigarette di contrabbando vendono food street, tutto insomma attira la nostra attenzione.
Sosta obbligata il murales dedicato a Maradona, qui i napoletani hanno creato un vero e proprio altarino al giocatore argentino che ha segnato la rivalsa non solamente di una squadra ma dell’intera città. La foto tra i tifosi è d’obbligo e cosa succede mentre fotografo….incontro un amico che non vedevo da un pò di tempo, baci abbracci e immancabile stupore per esserci incontrati in uno dei posti più trafficati di una città tra le più popolose d’Europa, è proprio vero il mondo è piccolo.
Lasciamo i quartieri insieme agli amici appena incontrati ma non prima di gustarci l’ennesimo coppo fritto, questa vota di mare, al costo di 8 euro il nostro palato è deliziato da quello che piano piano è diventato un must da gustare durante le visite nelle varie città, la frittura è buonissima è da amanti del cibo di strada non possiamo esimerci dal consigliarla a tutti coloro che amano questo tipo di mangiare.
Iniziamo a passeggiare senza meta e alla fine ci ritroviamo nel lungomare, la temperatura è gradevole con un pò di venticello che rinfresca l’aria e pian pianino ci ritroviamo a castel dell’ovo, uno degli edifici più antichi dell’intera città. Leggenda vuole che il nome derivi dal poeta Virgilio, il quale nascose un uovo magico nel palazzo, l’uovo aveva il potere di preservare la struttura nonche di proteggere l’intera città. Avvenne però un problema allorquando ci fu un catastrofico incidente che fece crollare parzialmente l’edificio. Era tanta la superstizione già all’epoca che l’allora regina del tempo, Giovanna I dovette promettere alla popolazione riunita che durante la ristrutturazione aveva sostituito…l’uovo!!!!
Lasciamo il lungomare non dopo essere passati vicino al set cinematografico di una delle serie del momento (mare fuori) e sempre a piedi ci dirigiamo verso un altro dei luoghi imperdibili della città: il chiostro di Santa Chiara. Prima di arrivare al chiostro si può visitare la chiesa (gratuitamente), quest’ultima è stata distrutta e ricostruita e alla nostra vista non appare magnifiche come le altre chiese che finora abbiamo visto.
Il chiostro può essere visitato (biglietto 6 euro) e il mio consiglio in questo caso è quello di farlo assolutamente. L’edificio è magnifico risale al 1300 ma negli anni ha subito importanti ristrutturazioni, in una di questa è stato creato il viale con le ceramiche, le cui immagini nel tempo sono diventate una delle icone di Napoli.
Passeggiando per i vialetti si ha come l’impressione di ritornare indietro nel tempo, le ceramiche anche se in alcune parti rovinate sono spettacolari per colori e scene raffigurate. Lasciando i viali e passeggiando per il viale interno si potranno ammirare inoltre delle scene della Napoli antiche, anche quest’ultime sono superlative. Da sottolineare che l’intero edificio è ottimamente mantenuto, tanto il personale subito pronto ad intervenire qualora qualche “sbadato” turista appoggi qualcosa sulle ceramiche, cosa questa che potrebbe rovinarle. Con il costo del biglietto è consentita la visita all’attiguo museo, al suo interno si potranno visionare alcuni reperti antichissimi.
Usciamo dal chiostro e camminando senza direzione incontriamo un altra grande chiesa, la basilica di San Giovanni Maggiore, anche questa è una chiesa molto grande e bellissima, ma non la ricorderemo per questo ma solo perché al suo interno c’era un saggio di una scuola musicale napoletana. Insieme ad Angela ci siamo gustati di fatto un concerto all’interno di una chiesa bellissima e anche questo non ha prezzo.
Usciamo dalla chiesa e ci dirigiamo all’interno del rione sanità, un altro quartiere che fino a qualche anno fa non rappresentava Napoli, soprattutto perché al suo interno il malaffare imperava. Anche qui ammiriamo una marea di decorazioni per il Napoli, riflettiamo sul fatto che più il quartiere è popolare più bandiere e striscioni sono presenti, segno questo sicuramente di rivalsa da parte di una popolazione per troppo tempo lasciata a se stessa.
Il nostro obiettivo è quello di raggiungere la casa di Totò, ci riusciamo dopo aver domandato più volte visto che l’abitazione del principe de Curtis non è segnalata da nessuna targa turistica. Arriviamo alla casa in cui nacque uno dei maggiori rappresentati di Napoli e rimaniamo delusi da come essa è tenuta. Solamente l’attenzione di chi abita nello stesso edificio la salvaguarda, anche perche è presente solamente una targa di 3 euro.
La cosa ci dà un pò fastidio anche perché a quanto ci dicevano sul luogo sono molti i turisti che vengono a rendere omaggio al grande attore napoletano, non possiamo fare almeno di notare l’ennesima contradizione di questa bellissima città, pronta a spendere centinaia di migliaia di euro per il calcio ma che non impegna diecimila euro per ridare dignità all’appartamento di colui che ha reso famosa la città non in Italia ma nel mondo.
Ormai si è fatta sera, lasciamo il rione sanità non dopo aver visto il palazzo dello spagnolo e ce ne ritorniamo in albergo, un panino veloce e a ninna, abbiamo camminato tantissimo ma abbiamo visto anche cose bellissime.
III° Giorno (7 Giugno 2023)
Come al solito ci alziamo abbastanza presto, scendiamo nel bar sotto l’albergo e facciamo colazione a base di sfogliatelle napoletane, anche perche sarebbe un delitto non mangiarle, soprattutto perche appena sfornate sono buonissime.
Finita una lauta colazione ci dirigiamo verso la metropolitana, abbiamo intenzione di visitare il Palazzo Reale e la Napoli sotterranea, e avevamo deciso di visitarle proprio in quest’ordine. Scendiamo alla stazione “Toledo” e pian pianino ci dirigiamo verso Piazza Plebiscito. La piazza è ancora transennata e questo ci dispiace un pò ma il fatto che non l’abbiamo potuta vedere nella sua interezza ci darà la scusa per tornare :).
Il palazzo Reale è proprio di fronte la piazza, ma qui delusione totale. Il Mercoledì infatti le visite sono sospese per …chiusura settimanale. Rimaniamo di fatto sconcertati pensando che non si può mai e poi mai chiudere per “chiusura settimanale” un sito cosi bello e interessante come uno dei palazzi più visitati di Napoli. La delusione viene stemperata, ma solo in minima parte, dalla passeggiata che facciamo in una parte dei giardini reali, visitiamo finanche una mostra che ripercorre i danni che ha subito il palazzo durante la seconda guerra mondiale, danni ingenti e che in parte sono stati limitati perche il palazzo reale divenne un centro ricreazionale dell’esercito inglese.
Usciamo dal Palazzo reale prendendo una decisione all’unisono, saremmo ritornati a Napoli, e il palazzo reale sarà la prima location che visiteremo, cambiamo i piani e ce ne andiamo a visitare la Napoli Sotteranea.
L’ingresso è in una traversa di via Chiaia (e cosi sfruttiamo la passeggiata per arrivare alla biglietteria per visitare quest’altra famosa via dello shopping napoletano). La visita costa 12 euro a testa ma sono organizzati con una guida che seguirà il gruppo e cercherà di spiegare cosa è di fatto quell’insieme di cunicoli che si estendono sotto Napoli.
Aspettiamo una mezz’oretta (tempo che utilizzo per scattare qualche foto) e alla fine entriamo tramite delle scale abbastanza strette in una caverna immensa posizionata a 40 metri sotto il livello stradale. Marco la guida, un simpaticissimo volontario di mezz’età ci spiega che i cunicoli sono stati scavati niente po po di meno che dai greci, essi inizialmente avevano la funzione di incanalare l’acqua presa a una sessantina di chilometri per permettere alla popolazione di avere acqua corrente. Il materiale di scavo recuperato per la creazione dell’acquedotto fu utilizzato per permettere la costruzione degli edifici soprastanti. L’acquedotto fu abbandonato allorquando per la rottura di una tubatura l’acqua si contamino e fu dimenticato. Nella seconda guerra mondiale però visti i continui bombardamenti le cave furono utilizzati come rifugi antiaerei, in quel frangente le gallerie furono dotati di luce e dei servizi minimi necessari per permettere alla popolaazione napoletana di sopravvivere. La visita è durata un oretta (da sconsigliare ai claustrofobici) ed è stata non solo interessante ma anche divertente, vista soprattutto la verve comica della nostra guida che si è dilettata a recitare quello che sembrava un copione, a volte anche abbastanza esilarante.
Usciti dalla Napoli Sotteranea la fame si fa sentire e cerchiamo velocemente una trattoria, la zona di via Chiaia è piena di localini e la nostra scelta ricade su “Zia Rosi”, personalmente ho intenzione di assaggiare la famosa pasta patate e provola e quindi neppure guardo il menu. Angela non gradisce il formaggio e da vita ad un simpatico siparietto con il cameriere, lei vuole la pasta e patate semplice, lui si rifiuta categoricamente di ordinarla, dicendo che in quel modo la pasta non sa di nulla. Nel discorso intervengono proprietaria e cuoca anche se alla fine l’assaggio “semplice” sarà portato al tavolo. Mangiamo bene e come se non bastasse il nostro pranzo è allietato da una discussione tra cameriere e titolari che verte su un viaggio del ragazzo. La discussione a volte diventa paradossale con i clienti che sono chiamati ad esprimere il loro giudizio, cose queste che solo a Napoli possono accadere 🙂
Finito il pranzo ce ne andiamo a vedere il “Cristo Velato”, arrivati alla biglietterie però un’altra delusione di giornata. Per accedere a vedere la bellissima opera di Giuseppe Sanmartino c’e’ bisogno della prenotazione, che io sbagliando non avevo fatto. Questa volta l’arrabbiatura è con me stesso per non averci pensato prima, ci restiamo un pò male ma alla fine facciamo di necessità virtu consolandoci con il fatto che tanto a Napoli ci dobbiamo tornare quindi sarà nelle cose da fare.
Avendo il pomeriggio “libero” da impegni ci rituffiamo nei vicoli di Napoli allo scopo di trovare qualche regalino da poratre a casa, passiamo da Vico Purgatoio e qui sfreghiamo il pulcinella fortunato (almeno cosi dicono), e poi ci godiamo con tranquillità la caciara dei vicoli, si fa sera e decidiamo per un apericena, scegliamo un localino nella zona dei gradoni di Chiaia, e con tranquillità ci accomodiamo rilassandoci. Finito il nostro snack serale ce ne torniamo in albergo non prima di aver dato un’ultima occhiata ad una piazza Plebiscito illuminata dalla luna, la notte rende tutto più bello e suggestivo e tante sono le foto che scattiamo in quest’angolo di Napoli.
IV° Giorno (8 giugno 2023)
Sveglia con ancora più tranquillità degli altri giorni. Scendiamo giù a fare colazione a base delle solite sfogliatelle, poi in camera a fare i bagagli. Qui ci raggiunge la proprietaria del Napolitan Pop House che a mo di scuse per il fatto che il contatore sia saltato due volte ci porta quattro sfogliatelle (e che facciamo non ci mangiamo anche queste??).
Ce ne andiamo in stazione compriamo qualcosa da portare sul treno (io opto per un immensa fetta di pasta fritta Angela per un insalta) e ci prendiamo il treno che ci riporterà a casa, arriviamo a Villa in perfetto orario coincidenza con l’aliscafo e poi treno fino a Spadafora.
Conclusioni
Una Napoli che non ci aspettavamo, caciarona, gioiosa, bella e a tratti stupefacente. La capitale della Campania ci ha stupito non solo per la tranquillità con cui abbiamo vissuto i suoi vicoli ma anche per la spettacolare bellezza di alcune delle sue meraviglie. Un plauso particolare ai napoletani gente che è sempre pronta ad aiutarti e che di fatto ti mette in quasi tutte le occasioni a proprio agio. Prezzi sicuramente nella media delle capitali europee con una piacevole sorpresa relativamente al food (si può mangiare tranquillamente sotto i 20 euro a persona a volte anche con molto meno) .
PS chi è interessato a vedere la versione video ….eccola qua :))))) (a proposito potete anche iscrivervi al canale You Tube)
Bellissima spiegazione turistica del mio amico Domenico Romano. Complimenti.sara’ nei miei prossimi programmi..Napoli